Quella dell’aperitivo è una consuetudine che sta prendendo sempre più piede: ma si tratta di un’abitudine davvero pericolosa per la linea e per il peso forma? Ne parliamo con il nutrizionista a Udine dott. Mauro Meloni.
Salumi, patatine, formaggi, alcol: a prima vista l’aperitivo non sembra proprio adatto a chi lotta tutti i giorni per riuscire a mantenere il proprio peso forma. Questo rito, infatti, prevede di abbinare una bevanda che di solito è alcolica (un cocktail complesso, un bicchiere di birra, un calice di vino, un Campari Spritz, e così via) a stuzzichini golosi, come insaccati, tramezzini, arachidi salate, e così via. Un rito sociale a ben vedere molto diffuso, di cui è bene considerare l’apporto calorico.
L’aperitivo e le calorie
Se si pensa all’apporto calorico di un aperitivo è necessario prendere in considerazione tanto la componente grassa degli stuzzichini quanto la componente alcolica di quel che si beve. Ipotizzando di avere a che fare con 100 millilitri di bevanda, per una birra chiara le calorie assunte sono 45, per uno spritz Campari o Aperol sono 60, per un vino bianco o rosso sono 90 e per un cocktail come il Martini, il Negroni o l’Americano sono più di 120. In teoria, quindi, l’ideale sarebbe preferire uno spritz o una birra, ma a ben vedere la quantità di birra che si beve è molto più elevata rispetto a quella, per esempio, del vino. Per esempio una bottiglia di birra da 33 centilitri in media comporta un apporto di 130 calorie, mentre quello di un calice di vino è di 120 calorie. Per uno spritz si possono toccare le 150 calorie.
Gli stuzzichini e la componente grassa
Il problema degli stuzzichini che vengono serviti in occasione di un aperitivo è che non solo si mangiano tramezzini, pizzette, arachidi salate e patatine, ma anche che questi cibi in molti casi sono abbinati a salse di ogni genere che contribuiscono ad aumentare ancora di più le calorie. In più, in molti casi l’aperitivo raddoppia, con il classico secondo giro, e ne deriva una componente nutrizionale di certo non salutare e comunque molto sbilanciata.
Il problema dell’alcol
L’etanolo o alcol etilico è un precursore degli acidi grassi che, nel momento in cui si uniscono con il glicerolo, favoriscono la formazione dei trigliceridi. Dopo che è stato ingerito, l’alcol etilico viene ossidato in acetaldedeide dal fegato; quindi si trasforma in acetato, che favorisce la formazione di una molecola che in teoria è una preziosa fonte di energia per il corpo umano ma che in pratica, se presente in quantità eccessive, favorisce la formazione di acidi grassi. È questo il motivo per il quale significative quantità di etanolo portano a un aumento dei trigliceridi presenti nel flusso ematico, destinati a depositarsi nei tessuti come grasso.
Abuso di alcol: le conseguenze
Visto che l’alcol è decisamente lipogenetico, appare evidente che un abuso di questa sostanza può innescare diverse ripercussioni negative, a cominciare dall’aumento di peso. Non bisogna dimenticare che l’alcol ha effetti tossici per il cervello e per il fegato, essendo causa – in seguito a un consumo eccessivo e cronico – di tumore epatico e cirrosi. Dal punto di vista cerebrale, poi, possono scaturire vari problemi psichici e i ben noti meccanismi di assuefazione e dipendenza. Tornando alla questione degli aperitivi, si potrebbe decidere di sostituire le bevande alcoliche con i cocktail analcolici, ma anche in questo caso ci sono delle controindicazioni che è opportuno non sottovalutare. Quasi sempre, infatti, questi cocktail hanno un elevato contenuto di zuccheri, che a livello metabolico non sono certo adatti per mantenere il peso forma. Insomma, l’aperitivo non è certamente un rito salutare per l’organismo.